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Mieli Thun | Quintessenza

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Una notizia per chi crede che Thun sia sinomimo esclusivo degli stucchevoli angioletti: c’è dell’altro nel mondo: Thun è anche la massima espressione della ricerca mielistica del nuovo millennio.

Dietro tutto questo c’è lo sguardo tagliente di Andrea Paternoster, che parrebbe più tagliato per fare la parte del cattivo in un film di fantascienza che il profeta di dolcezze: eppure solo quello ha nel suo orizzonte, produrre il miglior miele possibile.

La sua ricerca parte dai trisavoli, e si sviluppa con studio, sperimentazione, costanza. Ora Thun significa apicoltura nomade, perchè le sole essenze del trentino – pur assai variegate – erano una prospettiva troppo limitata per circoscrivere un così grande sogno. Oggi Andrea gira l’Italia per rincorrere la giusta sfumatura al momento giusto e nel posto giusto, dalla Alpi al Lilibeo. Avrai allora l’arancia Lucana e la sulla Calabra, oltre alle altre fumiganti espressioni.

Per capirne e carpirne – almeno tentare – l’essenza, affidati alla Quintessenza: la linea più pura di mieli mono-origine. Una selezione arcigna, una festa di colori che entusiasma ancor prima di scoperchiare le sottili ma marcate, riconoscibilissime differenze tra questo e l’altro: un ottimo modo per usare il miele giusto con la preparazione giusta. Creando l’abitudine ad usare il plurale: i mieli, che uno solo non può che dare una visione limitatissima ed asfittica delle infite possibilità di questo geniale e sempre sorprendente prodotto della natura.

Assaggiati in sequenza, da parte di un assaggiatore entusiasta ma del tutto incompetente, offrono vibrazioni ampie, con sensazioni peculiari ad ogni vasetto: e “sorpresa” è la parola che più ricorre nei commenti.La descrizione (indegna) delle esperienze sono alquanto “naive”, e mi scuso con il produttore per l’inesattezza e l’approssimazione delle descrizioni: ma è un omaggio ad una delle più interessanti e coinvolgenti ricerche sensoriali dell’oggi.

Girasole. Giallo ocra, intenso e penetrante, almeno quanto il profumo, caldo a ricordare la cioccolata bianca. L’assaggio – molto viscoso – è diritto, a ricordare frutta conservata, anche tropicale, come il dattero o l’ananasso candito.

Timo. Ricorda la tonalità del cuoio naturale. Deciso al naso, con evidenti ricordi balsamici: trapela il brivido dell’incenso. Morbidissimo al tatto, dall’intensità quasi tagliente, finisce poi rotondissimo, largo, persistente. Ubriacante.

Castagno. Limpido e trasparente, ha la luce dell’ambra più pura. Profuma delicatamente di sentieri di montagna, di pinete, di cespugli aromatici. Liquido, all’assaggio erompe con quel suo nerbo amaro, ficcante di rabarbaro e china. Il più maschio della selezione.

Tarassaco. Chiaro, fitto, del colore della corda e variegato, ha naso finissimo e delicato con una sensazione di freschezza vicina all’aceto di vino al bordo. Cremoso, ha un percorso latteo da raccontare, minimale e svelto.

Erica. Colore intenso e profondo vicino al tabacco havana fresco, ha nel profumo un’eco gentile di bucce d’arancia. Leggermente sabbioso, l’assaggio ricorda con evidenza il caramello, la caramella mou, lo zucchero di canna in pani appena mantecato.

Melata d’Abete. Quasi limpido nel suo tono d’agata, ha profumo delicatissimo e fine di mele cotte. Deciso l’assaggio, che corre sul ricordo del croccante fresco, levigato e lungo.

Tiglio. Chiaro come alabastro, cristallizzato e denso, fine e balsamico al naso, vicino ad alcune espressioni degli olii essenziali. Coerente l’assaggio in cui la componente non-dolce prevale, sgominando un assaggio schietto e severo, emozionante.

Carrubo. Nocciole tostate, non del tutto omogeneo, intenso. Naso preciso, con l’evidenza della liquirizia, nitida, lineare. Travolgente l’assaggio, ricco di espressioni intermittenti e folgoranti, come le gelee alla fragola, al limone, all’arancio, al cedro. Spettacolare, seducente, sensuale. My favourite one.

Sulla. La sulla è una leguminosa presente in tutto il bacino del mediteraneo; il miele è bianco lattice, molto denso, cremoso. Profumo sottilissimo di burro. Anche l’assaggio è delicato, seppur chiaro e persistente, dolcissimo.

Rododendro. Anche il miele di rododendro è chiarissimo, quasi latteo, una specie di dulche de leche naturale. Esprime una delle profumazioni più delicate della selezione, la similitudine ricorrente della cera d’api. L’assaggio è di nuovo molto dolce, liscio, persistente. Deliziosamente mieloso.

I Mieli Thun azzerano le consuetudini papillari del dolce nettare, resettando la mappa sensoriale con colorazioni evocative e coinvolgenti. Ma sono soprattutto: buonissimi.

Mieli Thun
Via Castel Thun 8
Vigo di Ton TN – I

web: Mieli Thun
eMail: info@mielithun.it

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Quintessenza | MIeli Thun
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